La buona notizia, per chi deve scegliere la scuola superiore e ha paura di sbagliare è che esiste la “passerella”: entro il primo quadrimestre del primo anno, lo studente può cambiare strada, senza perdere l’anno, dopo un semplice colloquio conoscitivo con il Consiglio di istituto della nuova scuola.
La cattiva notizia è che dopo il primo quadrimestre del primo anno, la passerella diventa una scalata di sesto grado: si può essere ammessi alla nuova scuola solo se si supera un esame nelle materie che non erano insegnate nella vecchia. E nessuna scuola è attrezzata per aiutare gli studenti in questo passaggio. Ci si dovrebbe arrangiare con lezioni private e studiando di notte, per cui, in pratica, a cambiare sono pochissimi.
Lo spiega al sito Skuola.net Mario Rusconi, vice presidente dell’associazione nazionale presidi.
In altri Paesi, come gli Stati Uniti, la scuola è organizzata in maniera molto più flessibile: anno per anno, gli studenti scelgono le materie da studiare e queste scelte influenzano la possibilità di frequentare un indirizzo di studi universitari piuttosto che un altro. Questo sistema richiede uno sforzo organizzativo elevato, anche solo per la gestione dell’orario delle lezioni, molte più aule, perché non esiste la “classe” come gruppo fisso di allievi e tutta una serie di provvedimenti che, per ora, nella scuola italiana sembrano inimmaginabili.
E se invece provassimo a immaginarli?
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