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Percorsi abilitanti speciali, altro che costi sociali: nel Lazio servono 2mila euro!

thumbsdownNel Lazio l’iscrizione ai PAS costerà ai corsisti 2.000 euro

Da. La Tecnica della Scuola  del 16 dicembre 2013   Per leggere l’articolo clicca qui

 

COMMENTO DELLA REDAZIONE

Che notizia! Per diventare insegnanti in Italia occorre conseguire “l’abilitazione” che viene rilasciata dallo Stato (tanto per cambiare lo Stato pretende di fare anche questo, senza riuscirci). Agli esami si presenta di solito un numero spropositato di aspiranti, anche perché gli esami non vengono fatti per molti anni. Per esaminare moltissimi candidati occorre molto tempo e molti soldi. Nel frattempo cresce il numero degli insegnanti che insegnano senza avere avuto la possibilità di abilitarsi. Da qui la necessità per loro di organizzare una strada speciale, appunto i “PAS” ( Percorsi Abilitanti Speciali ) chiedendo ad ogni aspirante 2.000 euro per l’istrizione.

I poveri aspiranti insegnanti passano quindi anni di precariato, anche nelle scuole paritarie (perché non sono abilitati) devono poi sostenere gli esami di abilitazione (quando lo Stato si degna di organizzarli), attendere anni per l’esito. A questo punto possono accedere al concorso per diventare “di ruolo” nella scuola statale. Può capitare che avendo “vinto” il concorso si venga “nominati” e si “prenda servizio” dopo 23 anni, come è capitato ad una professoressa di Genova.

Ditemi se tutto questo non è demenziale e non va a scapito degli studenti e delle famiglie. Inoltre studi eseguiti negli Stati Uniti hanno dimostrato che le certificazioni professionali tipo ” l’abilitazione” non garantiscono affatto che chi la possiede sia un buon insegnante.

Non sarebbe molto più semplice che le scuole (diventate realmente autonome e governate da un Consiglio di Amministrazione eletto dai genitori) assumessero direttamente il loro personale, così come avviene in ogni altra realtà “non statale”? In questo modo non si garantirebbe maggiormente la qualità della scuola e non si darebbero agli insegnanti condizioni di lavoro (e di accesso al lavoro) più dignitose?

 

Redazione
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