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«Cl@sse 2.0? No, grazie». Gli scettici del digitale

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La rivolta dei genitori dell’elementare Iqbal Masih di Roma. Lo studioso: «Il tablet non è un coltellino svizzero che può far tutto»

da Il Corriere della Sera, 28 gennaio 2014. Per leggere l’articolo completo clicca qui

La notizia è interessante per due ragioni:

  1. Prima di tutto, questi genitori si sono presi la responsabilità di ribellarsi a una decisione passata sopra le loro teste e che riguarda direttamente la vita dei loro figli. E l’hanno fatto in maniera seria, consultando il professor Roberto Casati e altri esperti. Questo dimostra che esistono genitori che, se fosse loro permesso, sarebbero in grado di eleggere rappresentanti qualificati in grado di governare le scuole in autonomia, secondo la nostra proposta
  2. Inoltre, permette di aprire un dibattito sull’uso della tecnologia nella scuola, che coinvolga tutta la società e non solo gli “addetti ai lavori”. Perché c’è in gioco il futuro dell’Italia.
Redazione
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Un commento

  1. Avatar

    Vorrei una scuola dove tecnologia e manualità potessero convivere tranquillamente. L’uso del computer, aiuta i bambini che hanno problemi a leggere e scrivere e la pratica dell’attività motoria aiuta attraverso il consolidarsi della percezione del proprio corpo nello spazio ad aumentare le abilità che servono a studiare la storia e la geografia, infine le attività artistiche che servono ad esprimersi liberamente ed ad educarsi al bello. La lettura, la pronuncia dei suoni e la scrittura creativa.

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