Concorsi ingestibili, urgente trovare una soluzione
Articolo tratto da: TuttoscuolaFOCUS 14 luglio 2013
Prove annullate in Abruzzo, scritti da ricorreggere in Lombardia, ricorsi e proteste in altre Regioni rendono sempre più tormentata la vicenda del reclutamento dei dirigenti scolastici.
Al di là della necessaria salvaguardia dei diritti individuali, è un fatto che anche in questo caso è sempre meno l’amministrazione scolastica, e sempre più la magistratura, a prendere le decisioni finali in materia di reclutamento.
Pesante è di conseguenza il disagio di migliaia di scuole che navigano nell’incertezza, gestite part-time dai dirigenti scolastici di altre istituzioni.
I sindacati mettono sotto accusa la tecnostruttura del Miur per non aver saputo garantire la regolarità delle procedure: “In molti casi si sono offerti ghiotti pretesti al contenzioso, anziché far di tutto per prevenirlo”, dice Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, che considera perciò “pienamente giustificata, oggi, la rabbia di chi vede rimesso in discussione il frutto delle proprie fatiche”.
Oltretutto, come osserva sempre Scrima, è “difficile pensare che il contenzioso finisca con le sentenze pronunciate: fin troppo facile invece immaginare che il rifacimento, totale o parziale, delle prove concorsuali ne inneschi di nuovo, in una spirale di cui non si vede la fine e che solleva pesanti interrogativi sulla stessa credibilità e affidabilità di procedure di reclutamento così frequentemente invalidate”.
L’ANP non esita a parlare di “inidoneità del modello di concorso che conosciamo da centocinquant’anni a misurarsi con le nuove realtà e tensioni sociali”.
Che fare? O ci si attrezza per gestire adeguatamente la complessa macchina concorsuale (il volume del contenzioso infatti è cresciuto in parallelo al decadimento della capacità dell’amministrazione di gestire le procedure), oppure bisognerebbe cambiare strutturalmente il meccanismo del concorso, coinvolgendo maggiormente gli stakeholders locali nella scelta dei dirigenti scolastici. Si scelga una strada e la si percorra seriamente, purché ci si sottragga alla fantasia degli azzeccagarbugli e alla tentazione di nuove sanatorie.