I genitori, per scegliere la scuola dei propri figli non saranno più costretti ad affidarsi al “buon nome”, cioè alle opinioni di chi già la frequenta. Da luglio, infatti, ciascuna scuola dovrà pubblicare il Rapporto di Auto Valutazione (RAV) con 49 indicatori, tra cui i risultati Invalsi,anche se pesati rispetto allo status socioculturale degli studenti, ma anche il clima educativo, il grado di coinvolgimento dei genitori, la presenza di laboratori e moltissimi altri fattori.
Lo ha annunciato al Corriere della Sera la professoressa Anna Maria Ajello (foto), presidente dell’Invalsi. Ajello non nega l’utilità dei test, ma, sensatamente, dice che non è l’unico fattore che può indirizzare la scelta dei genitori.
E’ ottimo che il RAV metta a disposizione dei genitori un grande numero di elementi di valutazione.
Unico problema: se la scuola sotto casa non va bene, o nella propria zona non c’è un’offerta soddisfacente, che si fa? E se quella scuola è buona, sotto qualche aspetto, grazie al lavoro di un insegnante precario che l’anno dopo finisce chissà dove?
In una scuola dell’autonomia democratica il RAV servirebbe ai genitori anche per migliorare la loro scuola, non solo per andare a cercarne un’altra.