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La presenza dei genitori è indispensabile, ma sono latitanti

familyIntervistato da “Corriere TV”, Roger Abravanel, autore del saggio La ricreazione è finita ( Rizzoli), affermava che senza la partecipazione attiva delle famiglie, cioè dei genitori, non è possibile una ripresa educativa della scuola italiana. Abravanel notava come nei mesi scorsi il dibattito sulla legge di riforma del governo ha visto una grande partecipazione, oltre ovviamente degli esponenti del governo, degli insegnanti e dei loro sindacati, cui si sono accodati, con scarsa originalità, i partiti di opposizione.

I genitori e le loro associazioni sono stati sostanzialmente assenti. Abravanel spiegava questa assenza col timore reverenziale che storicamente i genitori, in maggioranza poco colti, avevano (o hanno?) nei confronti degli insegnanti. ormai tutti laureati.
Se questa osservazione risponde alla realtà non è però vero che sia l’unica causa della sostanziale estraneità dei genitori nei confronti della scuola. I genitori sono stati attivamente emarginati dalla scuola statale che è stata più al servizio delle classi dominanti e del regime fascista che dei genitori fino alla Seconda guerra mondiale, poi è stata al servizio degli insegnanti, o meglio, dei loro sindacati e strumento del tentativo della sinistra di affermare la propria egemonia culturale.
A questo si deve aggiungere anche la progressiva emarginazione delle scuole non statali che ha ridotto ulteriormente la possibilità dei genitori di esercitare un ruolo attivo, quanto meno nella scelta della scuola.
Ma come si può risvegliare i genitori da questa passività che oramai riposa su un costume consolidato da generazioni? Sicuramente la trasparenza che permetta loro di conoscere le caratteristiche delle scuole è importante, come lo è il fatto che abbiano un piccolo ruolo nell’approvazione del Piano dell’Offerta Educativa ( elaborato dal collegio dei docenti sugli indirizzi dettati dal dirigente). Questo è quello che prevede la legge, ma questo sicuramente non basterà.
I genitori non sono gestori di scuole, in quanto tali non ne hanno le competenze, così come gli abitanti di un Comune non hanno le competenze per amministrarlo. È per questo che, votando, scelgono delle persone di loro fiducia che siano in grado di farlo. Lo stesso avviene a livello regionale, nazionale ed europeo. Questo è un principio irrinunciabile per una società democratica. Il confronto delle varie posizioni che avviene in una campagna elettorale, toglie il cittadino dalla passività e assicura un governo il più vicino possibile alle esigenze degli elettori. Anche chi esce sconfitto sa che deve tener conto del fatto che chi governa non ha le sue convinzioni e agire di conseguenza, cercando di ridurre il danno e di rendere più convincente la propria proposta.
Se si vuole che i genitori abbiano un ruolo significativo nella ripresa di capacità educativa delle scuole statali bisogna che queste siano governate da persone elette dai genitori e che queste persone abbiano la reale possibilità di determinare il servizio educativo reso dalle scuole.

Redazione
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